E' il 1982 e un ex disegnatore della Disney (cacciato per il suo immaginario troppo dark per la casa di Topolino) crea un piccolo gioiello in stop-motion che porta con sé tutta quella che sarà l'estetica del suo grande autore: Tim Burton. Vincent è la storia in parte autobiografica di un bambino che al posti di correre e giocare all'aria aperta vuole diventare come Vincent Price, famoso attore horror del secolo scorso (dai fan conosciuto per l'interpretazione dello scienziato in “Edward mani di forbice”) che narra questa storia con voce fuoricampo. Nel corto è chiarissima tutta la poetica burtoniana: la divisione fra realtà e fantasia come piani che molto spesso si mescolano e sovrappongono, la vena dark dei temi, il richiamo alla filastrocca e alla storia per bambini, l'umorismo macabro e lo stile visivo gotico.
Ci parla in ampia maniera di quello che è il regista e di come si sente: diverso dalle convenzioni e da ciò che le persone si aspetterebbero, vive immerso nelle sue fantasie certamente poco convenzionali e infantili. La conclusione della storia è negativa con il protagonista che perde completamente il contatto con la realtà e, solo, viene sopraffatto dalle cupe fantasie e dagli incubi che lui stesso si era creato. Probabilmente se Burton avesse saputo quanto la sua visionarietà sarebbe stata accettata dal grande pubblico (qualche oscar per le sue opere, leone d'oro alla carriera, un museo a lui dedicato al MoMa per non parlare degli incassi di film come Batman o Alice in Wonderland e suoi film diventati veri cult come “Edward mani di forbice” ecc...) credo che la conclusione di questo meraviglioso corto sarebbe stata ben diversa. Lo trovate su youtube seguendo questo link.
VINCENT
Tim Burton, USA-1982, 6'
VOTO (max 5)
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