IL BLOG DEL CINEMA DA NON-COMPETENTI AMANTI DELLA 7a ARTE

"Bevare! Bevare! Bevare of the big green dragon that sits on your doorstep. He eats little boys! Puppy dog tails
and big, fat snails! Bevare! Take care! Bevare!" (Bela Lugosi in "Glen or Glenda", Ed Wood, 1953)

martedì 20 aprile 2010

Coffee And Cigarettes


Caffè e sigaretta, caffè e sigaretta, caffè e sigaretta, caffè e sigaretta, caffè e sigaretta. Detto così sembra un’ossesione. Ma forse lo è. “Coffee and Cigarettes ” è il classico film – non film . Chiamare l’opera di Jarmusch in quel modo potrebbe risultare quasi inappropriato. Un insieme di 11 cortometraggi uniti fra loro da pochi elementi in comune come tavolini, dialoghi spinti fino all’assurdo, caffè e sigarette , con protagonisti che si scambiano da corto in corto. Sembra la fiera dell’incredibile. Guardando questo film se ci aspettiamo una qualche commedia rimarremmo delusi. Potremmo definirlo un “Concept movie”. Il regista riesce nell’intento di rappresentare in chiave ironica e grottesca la mania per il “coffee and cigarettes”, luogo comune che si ripercorre per tutto il film, portandola all’assurdo, quasi come fosse il “Trainspotting” della situazione.
Danny Boyle ci rappresentava la droga come un qualcosa di orribile, di schifoso, di immorale, ma soprattutto (ed è importante sottolinearlo) proibito. Jarmusch , al contrario , sa che altre “droghe” (chiamarle così è molto riduttivo, ma è solo per sottolineare il fatto che comunque provocano dipendenza) sono libere, gratis. Tutti possono averle. Basta andare in un bar e dire : ”Mi scusi? Vorrei avere un caffè ”. Con l’immancabile sigaretta dopo pranzo.
Ogni storia è un pezzo di vita a sé. E’ interessante come il regista sembra voler farci entrare nel film, facendoci prendere parte a questa festicciola. Il terzo posto al tavolino è nostro; uno tra i tanti caffè è il nostro ; il pacchetto di sigarette appoggiato e aperto ci chiama. Jarmusch ci vuole nel film. Vuole farci prendere parte a questo piccolo party pazzoide come quello a cui è stata invitata Alice. I dialoghi , che finisco nell’assurdo e ricordano tanto il caro Lewis Carroll e sembrano iniziati tempo prima di quando noi in realtà siamo arrivati, voglio innanzitutto farci immedesimare completamente nell’opera.
Inoltre vuole rendere ancora più reale la situazione. Chiunque nel tempo libero , durante una pausa, dove vuole soltanto rilassarsi, parla a vanvera, di ciò che gli passa di più per la testa.
E’ normale, ed il regista ha colto nel segno.
Un film sicuramente non spettacolare dal punto di vista filmico. Ma le varie riprese, le varie angolazioni della telecamera, sono tutte studiate , perfette e rese in maniera incredibile.
Il bianco e nero sottolinea e nello stesso tempo allontana qualsiasi possibile distrazione che poteva dare il colore. Vuole concentrare completamente l’attenzione sui due personaggi, sulle sigaretta, sul caffè , ma soprattutto sui dialoghi.
Le sigarette e il caffè alla fine diventano solo un pretesto per poter parlare, ma nello stesso tempo i personaggi ci mostrano gli effetti drastici (vedere l’episodio “Delirio”) che hanno questi due “strumenti diabolici” sulle persone.
Non consiglio questo film a tutti i non amanti del “coffee and cigarettes”, risulterebbe palloso poiché probabilmente non potranno capire il senso di quest’accoppiata (senza offesa ovviamente). Inolte certi episodi non sono all'altezza di altri e potrebbero risultare molto noiosi. Per il resto, incredibili , secondo me, le parti rese da Steve Buscemi , Bill Murray e il nostro Roberto Benigni , veramente degne di una particolare attenzione .
Concludendo, come dice Iggy: “Caffè e sigaretta. Questo si che è un matrimonio”.
Ora ho voglia di iniziare a fumare


COFFEE AND CIGARETTES
Jim Jarmusch, USA-2003, 95'
VOTO (max 5)
½




3 commenti:

  1. http://www.youtube.com/watch?v=YJzWOm7_8SM
    La mia scena preferita
    ADIUS (Berga)

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  2. AH AH AH AH, fenomenale. Echi tarantiniani...

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  3. Uno dei miei preferiti di sempre: delirante, spassoso, alienato, criptico, a suo modo profondo e soprattutto estremamente dannoso per la salute.
    (ecco, appunto, andrò a farmi una sigaretta)

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