Vincitore del David di Donatello come miglior cortometraggio nel 2005, "Aria" parla di un ragazzino e della sua vita non troppo semplice nel classico passaggio da infanzia a maturità fra partite di pallone, screzi coi ragazzi della sua età e problemi familiari. Non per liquidarlo in poco ma personalmente il corto non mi è per nulla piaciuto. Per carità, le tematiche sono importanti, toste, difficili da trattare (il padre violento, l'amante della madre, la droga), ma non capisco allora perchè per forza parlarne. Il registro è il classico di un certo cinema autoriale italiano di anni fa, con molti silenzi, tanti sguardi, tante parole inutili e faticose a comprendersi, un uso eccessivo dei rumori della strada o delle persone che passano per sottolineare la realtà della storia (io li trovo particolarmente irritanti) quasi come a rendere reale e normale una storia del genere.
Non amo solo i film allegri o dinamici, sia ben chiaro, ma per giocare coi silenzi (penso a Sergio Leone) bisogna essere capaci. Come nel raccontare drammi umani senza cadere nel triste e lacrimoso per nulla. E' difficile. E il regista Claudio Noce al suo secondo corto (il primo era di 3 anni prima) per me non ci riesce, creando il classico "polpettone drammatico ed eccessivamente pensieroso" (anzi, polpettina perché si parla di un corto) che per miei gusti personali non tollero e non comprendo. Senza contare tutte le musiche "ambience" e minimaliste che a mio parere creano solamente un senso d'angoscia ingiustificato. Certo, evidentemente la critica generale non la pensa come me (altrimenti non l'avrebbero certo fatto vincere) ma si sa, de gustibus. Lo trovate in tre parti su youtube (giudicate voi).
ARIA
Clauido Noce, Italia-2005, 26'
VOTO (max 5)
½
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