IL BLOG DEL CINEMA DA NON-COMPETENTI AMANTI DELLA 7a ARTE

"Bevare! Bevare! Bevare of the big green dragon that sits on your doorstep. He eats little boys! Puppy dog tails
and big, fat snails! Bevare! Take care! Bevare!" (Bela Lugosi in "Glen or Glenda", Ed Wood, 1953)

lunedì 5 aprile 2010

Lady In the Water


Trama: Cleveland Heep , custode di un complesso residenziale, scopre nella piscina comune una ninfa acquatica di nome Story e decide di aiutarla a ritornare nel suo mondo, il Regno Azzurro.

E’ una fiaba.Lo premetto, perché in molti non hanno colto questo piccolo particolare. Fare una fiaba al giorno d’oggi , con la concorrenza che propone macchine che si traformano in robot, umani che si trasformano in esseri blu, forse risulta eccessivo. Quasi un azzardo.Ma Shyamalan è riuscito nel suo intento. Ogni volta che guardo questo film mi emoziono sempre di più e mi domando : “Ma è mai possibile che sia riuscito veramente a scrivere questo? ”. M. Night Shyamalan è famoso in tutto il mondo grazie a “Il Sesto Senso”.Diciamo che quel film è stato il suo più grande successo, ma rappresenta anche il suo modo di lavorare ancora non perfetto (al contrario di The Village, Signs, E Venne Il Giorno), quasi come se volesse piacere a tutti. Gran pecca in effetti.
Con i film successivi la tecnica perfezionata e la visione d’insieme diventano il suo marchio, dividendo però la critica. Questa citazione rispecchia il mio modo di pensare a riguardo:“L’uomo forse non sa più ascoltare”. Forse è proprio questo ciò che dovremmo domandarci ogni volta che guardiamo un film di Shyamalan. Il verbo “ascoltare” rappresenta la nostra percezione. Il concetto di cogliere particolari che vanno oltre le semplici immagini visive. Personaggi che rappresentano mondi e temi nuovi e differenti. Azioni che comportano una morale troppo grande per non essere percepita e colta dallo spettatore. A quanti è mai capitato dopo un film, di sentirti un qualcosa dentro . Un peso enorme che non riusciamo a cancellare. E allora ci fermiamo e pensiamo : “Uau.Forse quello che vuole dirmi il film è vero. Forse potrei utilizzarlo per migliorare la mia vita e la vita degli altri. Potrei diventare qualcuno” ma dopo aver detto questo siamo già passati ad un altro film. La vita è così. Siamo moralisti e pessimisti. Un grande che mi viene da citare è Giacomo Leopardi. Le sue “Operette morali” erano così. Pensieri su pensieri filosofici sulla vita, sul passato, sul degenero e sulle illusioni del presente. Togliendo (ma non del tutto) il pessimismo leopardiano (un pizzico, anzi molto di più lo possiamo trovare nei film di Shyamalan) si ha perfettamente il pensiero morale del regista. La sua missione sembra quasi divina: vuole portarci sulla retta via, darci il buon insegnamento. Ma l’uomo come sappiamo non ha vita facile, per questo Shyamalan trasfigura il suo vero obiettivo (o morale ) con storie che toccano si l’argomento , ma danno solo un accenno. Sembra che voglia insegnarci come vivere. Ma per raggiungere la verità dobbiamo riuscirci da soli.Il verbo “ascoltare” riecheggia in noi. Siamo noi a dover cogliere la morale e soprattutto a farne buon uso. Nel film Vick Ran è uno scrittore di “Il libro di ricette”, un insieme di pensieri che serviranno a plasmare le menti future perché compiano il bene, visto pure con un gesto di stizza. Una citazione alla bibbia, una citazione al Leopardi.


Lady In the Water
M. Night Shyamalan, USA-2006, 110'
VOTO (max 5)
½




1 commento:

  1. ottimo film che non ha avuto il successo meritato; ti vien voglia di credere alle fiabe, o per lo meno ritornare ad avere una mentalità tale da riuscire a goderti le emozioni più nascoste: forse il 'grande' pubblico non è riuscito a fare questo passo:troppo bloccato emotivamente.

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