IL BLOG DEL CINEMA DA NON-COMPETENTI AMANTI DELLA 7a ARTE

"Bevare! Bevare! Bevare of the big green dragon that sits on your doorstep. He eats little boys! Puppy dog tails
and big, fat snails! Bevare! Take care! Bevare!" (Bela Lugosi in "Glen or Glenda", Ed Wood, 1953)

martedì 18 maggio 2010

Per qualche dollaro in più


Quando si tratta di film così non bisognerebbe sprecare troppe parole. Qui si parla della storia del cinema, di altissimo cinema italiano con picchi di epica che difficilmente sono stati raggiunti da altri lavori  al di fuori dei rimanenti spaghetti western di Sergio Leone. Non mi dilungherò quindi sulla trama e sul valore del film perché sono già stati scritti libri a riguardo e le mie parole di elogio si andrebbero solamente ad aggiungere umilmente a fiumi e fiumi di cose già dette. Mi limito solo a rivedere i punti chiave della riuscita di questo film (che a dirla tutta non sono pochi) che ho avuto il piacere e l'onore gustare nel buio di una sala cinematografica.
1-Clint Eastwood nella parte del "monco": Leone diceva che aveva solamente due espressioni (una con sigaro e una senza sigaro); io dico che avrebbe potuto benissimo fargli un primo piano per 2 ore senza aprir bocca e avrebbe comunicato lo stesso. Ha dato vita a una delle più grandi icone della storia del cinema, con il suo modo di alzarsi la mantella, di girare la pistola o spostarsi il cappello. Sublime.
2-Lee Van Cleef nella parte del Colonnello Douglas Mortimer: secondo capitolo, nuovo eroe. Tanto diverso dal primo (per età, eleganza, arma) e tanto cool allo stesso modo. Un bounty killer di gran classe, anche lui con una faccia che dice molto di più di mille discorsi.
3-Gian Maria Volonté ancora una volta nella parte del "cattivo" (qui chiamato "El Indio"): prova superata molto meglio della prima (del resto stiamo parlando di quello che io considero uno dei migliori attori che abbiamo mai avuto in Italia), un "villain" crudele, mentalmente instabile, ossessionato dai ricordi e dalla sua stessa figura. Straordinario.
4-Ennio Morricone, musiche da pelle d'oca. Oltre al classico tema cito anche il carillon, melodia malinconica che ha dato forza e soprattutto anima alla riuscitissima "sottotrama" del passato di El Indio. Una colonna sonora epica per un film epico.
5-Last but not least l'immenso Sergio Leone, insieme a Fellini l'autore che più ha fatto bene al cinema italiano. Sotto il nome di Leone metto tutto il resto: la perfetta direzione di tutti gli altri personaggi, l'ironia italiana calibrata (non certo l'ironia spocchiosa degli attuali film sui supereroi) , i primi piani, la polvere, il sudore, il calore che si avverte, la cittadina di El Paso. Senza contare le risate a denti storti, il persistente rumore del vento, gli standoff, gli occhi, le espressioni, i silenzi, le emozioni con un giro di macchina. Divino! Tutto il resto (ma anche questo in effetti) è già stato scritto. Nel suo genere (ma non solo) CAPOLAVORO.

Frase celebre: "Le domande non sono mai indiscrete. Le risposte a volte, lo sono"


PER QUALCHE DOLLARO IN PIU'
Sergio Leone, Italia-1964, 130'
VOTO (max 5)


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