IL BLOG DEL CINEMA DA NON-COMPETENTI AMANTI DELLA 7a ARTE

"Bevare! Bevare! Bevare of the big green dragon that sits on your doorstep. He eats little boys! Puppy dog tails
and big, fat snails! Bevare! Take care! Bevare!" (Bela Lugosi in "Glen or Glenda", Ed Wood, 1953)

venerdì 22 gennaio 2010

HALLOWEEN 2


Lode e Gloria a Rob Zombie e ad “Halloween 2”. C'ho pensato un po' e veramente ha fatto un film molto notevole, degno di nota (nel senso che adesso la sto scrivendo eh eh). Certamente le sue capacità tecniche dietro la macchina da presa sono indubbie, e ce lo dimostra. Inquadrature che sembrano delle fotografie, movimenti di camera da suspence stupendi, utilizzo delle luci e delle ombre notevole, montaggio efficace e pensato. Grande cinema insomma.
Ma al di là di questo, la cosa che colpisce è la sua maniera personalissima di mettere mano a un genere un po' abusato (soprattutto negli 80/90) come lo slasher (vedi tutti gli altri halloween, venerdì 13, scream e le loro “deviazioni” in horror teen movie). Il fulcro di questi film è sempre stato che il cattivo della situazione era cattivo e basta. Mi spiego, il Michael Myers di Carpenter era un omone cattivo e basta...non parlava, sembrava non pensare. Il Jason dei vari venerdì 13 era un massacratore e basta, prendeva il suo coltellaccio e andava ad ammazzare la gente. E tutto questo in un contesto (al di là di alcuni richiami “surreali” di base riconducibili all'horror classico) estremamente reale, concreto, crudo.
Rob Zombie invece fa fare un passo in più al genere, lo plasma a suo piacimento. Inizialmente portando la crudezza delle immagini a livelli veramente allucinati (è uno splatter sapiente ed estremamente efficace,calibrato ma non certo poco eccessivo), come aumenta la violenza e la rabbia del nostro serial killer; poi aggiunge un elemento nuovo: la visionarietà, immagini, suggestioni e scene che richiamano molto l'horror sovrannaturale degli anni '90 e 2000. Ma lo fa mantenendo in un certo senso il realismo slasher mettendo tutte queste visioni su un piano psicologico; non ci sono visioni reali ma solo sogni e immagini nella mente dei protagonisti. E questo al di là di dare una nuova profondità psicologica al cattivo (lo spettatore inizia a capirlo, capisce perchè fa quello che fa) dà un contributo visivo al film veramente efficace e ci rivela lo Zombie autore, quello visionario alla Burton o alla Lynch, con le sue maschere, i suoi scheletri, la neve, le bare di cristallo , i mostri deformi e tutto un bagaglio di suggestioni horror-sovrannaturali -legate peraltro alla cultura rock- realmente impressionanti.
Ed è sulla base di tutto questo che il regista “Scherza coi santi”, mettendo mano ad un personaggio cult della cultura horror cinematografica come Michael Myers. Ha la pretesa di farlo e fa bene ad averla. Ci restituisce un assassino come l'originale nei suoi tratti essenziali, ma ce lo fa vedere più nel profondo. Lo vediamo a tratti senza maschera, riusciamo a intravedere i suoi occhi, scopriamo la sua vita da barbone tra un halloween e l'altro. Visivamente una sorta di moderno mostro di Frankenstein direi, ma con un ferocia ed una cattiveria tutta nuova. Per la prima volta lo sentiamo urlare, lo sentiamo sospirare dopo un omicidio, sentiamo che è vivo, vediamo ciò che vede, entriamo nel merito della sua follia omicida. E riuscire a mostrarcelo così senza irritare a morte i fan del primo Halloween di Carpenter (come il sottoscritto) non è da poco. Cambiare un'icona del cinema e renderla credibile e interessante non è cosa di tutti i giorni, ma il buon Rob ce l'ha fatta e a pieni voti.


HALLOWEEN II
(Halloween II)
Rob Zombie, USA-2009, 105'(durata)
VOTO (max 5)



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